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Miglioramento genetico, biodiversità e futuro dell’agricoltura in un pianeta affollato: ragione e sentimento

Data: 
10 Settembre, 2015
Formato: 
CNR Departments involved: 

 

Coordinatore: Alessandro Vitale
Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria (IBBA)


 

Intervista ad Alessandro Vitale

Che tipo di evento sarà quello organizzato per Expo?

Sarà il momento più specificamente divulgativo e di confronto con la società di un congresso scientifico internazionale che si svolgerà all’inizio di Settembre 2015 presso l’Università degli Studi di Milano, organizzato dalla Società Italiana di Biologia Vegetale e dalla Società Italiana di Genetica Agraria. Nel suo complesso, il congresso tratterà di biologia e miglioramento genetico delle piante e degli animali d’allevamento, di produzione e sicurezza alimentare, di tutela della biodiversità e fonti ecosostenibili di energia.

A cosa serve e perché ci occorre il miglioramento genetico delle piante?

L’aumento della popolazione mondiale e le aspettative di migliori condizioni di vita richiedono alimenti di migliore qualità e in maggiore quantità. Le terre a disposizione però rimangono le stesse, anzi possono essere ridotte dai cambiamenti climatici, insieme alla disponibilità d’acqua dolce. Il problema andrà affrontato in modo globale e multidisciplinare: meno sprechi, migliore gestione del suolo e delle acque, gestione più efficiente dei prodotti sul mercato, diete con un impatto più basso sulla natura... e naturalmente piante migliorate geneticamente.

Serve una nuova 'Rivoluzione verde'?

E’ di fatto già in corso. Il sequenziamento dei genomi di molte piante tra cui riso, mais, frumento, vite, fagiolo, patata, pomodoro, ha reso disponibile un'enorme quantità di dati utili per l’agricoltura. E' in corso anche il sequenziamento di genomi di piante che, sebbene non facciano parte dei cosiddetti grandi raccolti dell’umanità, sono di notevole importanza locale e possono fornire ulteriori importanti informazioni riguardo alle basi genetiche dei nostri alimenti.

A cosa serve il sequenziamento dei genomi delle piante?

Permette l’associazione di caratteristiche agronomiche e alimentari a specifiche sequenze di DNA e lo studio dettagliato della funzione dei diversi geni. Consente così la produzione e la selezione di nuove varietà in modo più rapido e preciso. Se so che mi interessa selezionare una varietà che presenti un certo carattere associato a un gene A, non ho bisogno di far crescere molte piante, osservare i caratteri nella pinta adulta e poi far riprodurre solo le più adatte: con l'analisi del DNA posso controllare direttamente la trasmissione del carattere che mi interessa nelle piante appena nate.

Quali sono i vantaggi delle nuove biotecnologie rispetto agli OGM e al metodo classico?

Rispetto al metodo classico di selezione si è più rapidi e precisi. Le tecnologie OGM entrano in campo quando non si può sfruttare la variabilità naturale di una specie per ottenere la nuova caratteristica desiderata, ad esempio la resistenza a un determinato parassita per il quale non esistono varietà resistenti della specie vegetale considerata, o la sintesi di sostanze nutritive per le quali i geni non sono presenti in quella specie. La trasformazione è anche utile quando il metodo classico di trasferimento di caratteri da una varietà all’altra mediante incrocio e selezione della progenie è molto lento a causa del lungo tempo necessario a ogni generazione, come ad esempio nelle specie arboree.

In che senso le nuove biotecnologie consentono di essere più precisi nella selezione delle caratteristiche desiderate in una specie?

Bisogna considerare che quando si effettua un normale incrocio “classico” fra due varietà sono scambiati molti geni, alcuni dei quali possono far perdere altre caratteristiche utili alla varietà che si vuole migliorare per un determinato carattere. E’ necessario dunque poi “ripulire” il genoma da queste caratteristiche negative mediante ulteriori incroci e selezioni. Questo è ciò che si fa tradizionalmente in agricoltura per migliorare le varietà, e si è iniziato a fare ben prima che si sviluppasse la biologia molecolare e si determinassero le sequenze dei diversi geni. Per queste esigenze sono state però ora sviluppate tecnologie che permettono di modificare il gene d’interesse direttamente nella pianta, in modo preciso e senza introdurre altre modifiche indesiderate nel corredo complessivo dei geni, o spostare geni da una specie all’altra. Queste tecniche di mutazioni genetiche mirate (gene editing) sono ancora agli inizi, ma chiaramente aprono grandi possibilità.

IN COLLABORAZIONE CON:

Dr. Poalo Trost (Società Italiana Biologia Vegetale)
Dr. Fabio Veronesi (Società Italiana Genetica Agraria)
Dr. Michele Morgante (Società Italiana Genetica Agraria)
Dr.ssa Chiara Tonelli (Università di Milano)