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Un mondo (bio)diverso: L’agrobiodiversità in un mondo che cambia

Data: 
6 Maggio, 2015
Formato: 
Thematic areas: 

 

Coordinatore: Domenico Pignone
Istituto di Bioscienze e Biorisorse (IBBR)

 

 

Se oggi l’uomo ha colonizzato praticamente l’intero pianeta, se si sono sviluppate le civiltà e le conoscenze, se il logos ha potuto divenire la forza trainante dell’umanità, tutto ciò si deve all’introduzione dell’agricoltura. Questa pratica ha cambiato il paradigma della biodiversità, per cui accanto a una biodiversità naturale ne è sorta una legata all’agricoltura e all’allevamento: l’agrobiodiversità.

Questa diversità non è qualcosa di statico, ma qualcosa che nuta nel tempo a seguito di spinte le più diverse. In questo evento si intende comprendere meglio alcuno dei fattori che guidano il mutamento dell’agrobiodiversità. Comprendere le interconnessioni fra questi fattori forma la base della scienza dell’agrobiodiversità che nasce dalla fusione e interazione di diverse discipline scientifiche. Ma la narrazione non sarebbe completa se non si considerasse il fattore più importante dell’agrobiodiversità: l’uomo. Infatti prima attraverso le pratiche agricole e zootecniche, poi attraverso le scelte che quotidianamente operiamo. E le scelte dell’uomo non riguardano solo il cibo o l’ambiente, ma anche lo sviluppo delle conoscenze. Il percorso dimostrerà come dentro il cibo che mangiamo non ci sono solo le componenti chimiche dell’alimento, ma anche tanta scienza e conoscenza. Comprendere l’intima interconnessione dei tanti, a volte nascosti, fattori che in sommi capi saranno descritti non può concludersi senza considerazioni di carattere etico nel senso più intimo della parola, ovvero nel essere consapevoli delle conseguenze del nostro ethos, dei nostri comportamenti.

Nella prima sessione si illustrerà la storia delle piante che costituiscono la nostra dieta e come queste piante si siano mosse tra continenti al seguito dei movimenti umani (Pignone). Dato che la stragrande maggioranza delle calorie della dieta umana proviene dalle piante, si analizzerà la relazione fra biodiversità e dieta (Oliveira). In un mondo che cambia l’uomo delle città si allontana dalle zone di produzione, ma esistono iniziative per saldare questo solco (Blasi-Donini). La diversità coltivata non cambia solo in funzione delle preferenze dell’uomo, ma anche sotto la spinta dei cambiamenti climatici che potrebbero mettere in pericolo la connessione fra biodiversità e tradizione (Ponti). Infine ci sono fattori molto complessi che interconnettono produzione e commercializzazione in grado di avere impatti devastanti sulle popolazioni (Di Vecchia).

Nella seconda sessione si analizzeranno le relazioni tra l’uomo e l’agrobiodiversità. Se consideriamo quest’ultima dal lato del cibo dobbiamo chiederci se la nostra nutrizione può essere sostenibile per il futuro (Capone). Gli agricoltori sono soggetti a pressioni che vanno dalle ragioni economiche a quelle della società in cui producono (Colucci) e debbono rispondere anche elle preferenze dei consumatori, le cui scelte influenzeranno l’agrobiodiversità (Hunter). Infine, il crescente aumento di consumi di prodotti animali ha determinanti ricadute no solo sulla salute o sulle scelte alimentari, ma può incidere fortemente anche sul sistema rurale in genere (Santori). A completamento della parte scientifica verranno illustrati documenti elaborati da comitati e commissioni etici che illustreranno i punti di vista a riguardo della scienza e della ricerca, senza le quali non è possibile immaginare un mondo futuro (bio)diverso.

IN COLLABORAZIONE CON:

Ministero per gli Affari Esteri
Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo

 

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