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La fame di acqua ed il suo uso sostenibile per i sistemi colturali

Data: 
1 Luglio, 2015
Formato: 

 

Coordinatore: Rossella Albrizio
Istituto per i sistemi agricoli e forestali del mediterraneo (ISAFOM)


 

Intervista a Riccardo D'Andria

Che tipo di evento sarà quello organizzato per Expo?

Sarà strutturato in modo dinamico, con interventi molto brevi che solleveranno i punti più salienti della problematica 'acqua' in agricoltura. Abbiamo preso contatto con il giornalista Igor Staglianò di Ambiente Italia – RAI3, che farà da moderatore coordinando il dibattito e coinvolgendo il pubblico. Sarà un evento attivo, aperto agli esperti del settore e ai non addetti ai lavori, che stimolerà molte curiosità. Parleremo in termini globali delle disponibilità idriche per l’agricoltura, di gestione dell'irrigazione dallo spazio, di biodiversità per mitigare i problemi dell’uso d'acqua in agricoltura a seguito del cambiamento climatico, di irrigazione di precisione e nuove tecnologie finalizzate al corretto pilotaggio irriguo.

Perché il tema dell'acqua in agricoltura è così all'ordine del giorno?

L'irrigazione svolge un ruolo fondamentale per aumentare le rese delle colture e stabilizzare la produzione nel sistema agricolo. In questi ultimi anni molti sono i problemi presentatisi a causa del cambiamento climatico, soprattutto in ambienti sensibili come le regioni a clima mediterraneo. A parte l’aumento delle temperature, la diminuzione di precipitazioni e la frequenza degli eventi estremi, è importante sapere che il cambiamento riguarda anche la distribuzione delle piogge nel corso dell'anno. E' oggi quindi cruciale capire in che modo questa distribuzione è cambiata. Magari il cambiamento non modifica in modo sostanziale la quantità complessiva delle precipitazioni in una determinata regione, ma queste potrebbero risultare carenti in periodi critici per garantire il conseguimento di produzioni quantitativamente e qualitativamente adeguate. 

In che modo le nuove tecnologie possono aiutare a risparmiare acqua e denaro?

In un'unica estensione possono essere presenti, e in genere lo sono, zone che richiedono più o meno acqua. Suoli sabbiosi, per esempio, hanno scarsa ritenzione idrica quindi necessitano irrigazioni frequenti con basso volume di adacquamento per evitare perdite per percolazione negli strati profondi, suoli con componenti argillose hanno invece maggiore capacità di ritenzione. Dunque disporre di impianti che erogano quantità differenziate di acqua in relazione alle caratteristiche fisiche e chimiche dei suolo può offrire un notevole risparmio della risorsa e un uso più efficiente. Purtroppo la frammentazione delle proprietà in Italia rende difficile l'applicazione di queste tecnologie di distribuzione, indicate di solito come “irrigazione di precisione”, che invece sono applicate con successo in zone di agricoltura estensiva. 

Che tipo di tecnologie si usano?

La ricerca ha messo a punto nuovi sensori e tecniche di rilevamento per stimare le quantità degli adacquamenti e i criteri di intervento ottimali. Solo per fare un esempio, è già possibile gestire l'irrigazione dallo spazio. Con le informazioni rilevate dai satelliti si può infatti ottenere un'idea precisa dello stato vegetativo di una determinata coltura, e in seguito tramite appositi algoritmi ed elaborazioni calcolarne il fabbisogno idrico anche in relazione alle condizioni pedoclimatiche. Un altro approccio per il corretto pilotaggio dell’irrigazione può avvenire attraverso un DSS (Support Decision Systems) come quello messo a punto in aree campione dalla collaborazione tra CNR-ISAFOM e Università degli studi Federico II. Liberamente accessibile via internet, il DSS fornisce il consiglio irriguo per una determinata parcella in tempo reale, essendo collegato in continuo ad una rete agrometeorologica.

C'è scarsità di acqua?

L'acqua disponibile per l'irrigazione è in continua diminuzione per quantità e qualità sia per condizioni ambientali sia per l’aumento della competizione con altri usi (industriali, civili, etc.). Sempre maggiore interesse è rivolto all’uso delle acque non convenzionali che possono, almeno in parte, supportare quelle classiche, cioè i fiumi, i laghi, le sorgenti. Si tratta per esempio dei reflui urbani e industriali, che opportunamente trattati possono essere efficacemente riciclati ed utilizzati in agricoltura. Una risorsa da non perdere, che già in molti paesi è diffusamente utilizzata. In Italia, malgrado la ricerca sia estremamente avanzata su questo fronte, siamo ancora indietro con le applicazioni sul territorio, anche per un problema di adeguamento normativo. Potremmo addirittura avere dei casi in cui le acque reflue risultino arricchite di nutrienti utili per le piante, e dunque opportunamente trattate potrebbero offrire un positivo arricchimento di nutrienti per i vegetali. Questo argomento sarà  oggetto di discussione durante l’evento che stiamo organizzando per EXPO 2015.

In che modo la biodiversità potrà mitigare i problemi idrici del pianeta?

Oggi l'agricoltura è chiamata a rivedere i propri ordinamenti colturali, sia in termini di specie più o meno esigenti dal punto di vista idrico che in termini di selezione delle varietà che hanno maggiori caratteristiche di resistenza e/o tolleranza agli stress idrici. E' chiaro infatti che una coltura di olivo e una di pomodoro hanno esigenze diverse, ma anche all'interno della specie “pomodoro” o della specie “olivo” alcune varietà sono più resistenti di altre: per esempio alcuni pomodorini tipo cherry coltivati in collina sono più resistenti del pomodoro da consumo fresco o di altre varietà destinate alla trasformazione. 

Perché il coltivatore dovrebbe informatizzarsi? In fondo rappresenta un costo...

L'acqua e la sua distribuzione hanno costi crescenti, basti pensare agli oneri di pompaggio e di impiantistica. Dosarla in modo corretto rappresenta un vantaggio in termini economici, di sostenibilità ambientale ed è garanzia di stabilità e qualità del prodotto. Le imprese agricole dovrebbero quindi adeguarsi a sistemi di gestione economicamente validi e aggiornati che ripaghino gli investimenti. Un altro aspetto riguarda, ad esempio, il costo dell’acqua praticato agli utenti dei consorzi di bonifica. Alcuni consorzi applicano costi in relazione al consumo effettivo quindi anche in questi casi è evidente che il risparmio di acqua, se non comporta effetti negativi sulla produzione, è un obiettivo da perseguire.

 

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